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In questa guida spieghiamo cosa serve per fare in vino in casa.
Negli ultimi tempi sono sempre di più coloro che hanno deciso di provare a fermentare in modo casalingo sostanze come i distillati e la birra. Gli appassionati di vino però si staranno chiedendo: cosa serve per fare il vino in casa? Bianco o rosso che sia, anche il nettare degli dei per eccellenza può infatti essere prodotto tra le mura della tua cantina, a patto naturalmente che tu riesca a procurarti tutta una serie di attrezzi del mestiere, non sempre facili da reperire ma comunque disponibili anche per i piccoli produttori privati. Se sei curioso di scoprire nuovi segreti sulla fermentazione domestica e dopo aver imbottigliato la tua lager preferita vuoi passare al vino, sei nel posto giusto. Benvenuto sulla guida definitiva che ti aiuterà a capire cosa serve per fare il vino in casa in modo semplice ed economico. Sei pronto a stupire intenditori e commensali con la tua speciale annata? Allora non perdiamo altro tempo e passiamo in rassegna tutto l’occorrente.
Il vino, soprattutto in Italia, è ritenuto uno di quei prodotti essenziali, la cui tradizione risale all’alba dei tempi e la cui preparazione non può prescindere da passaggi specifici. Dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, non vi è regione che non sappia allietare i palati più raffinati con vitigni dalle note corpose ed intense oppure più amabili e delicate. Nonostante quello che comunemente si crede, per realizzare il vino non è necessario possedere grandi cantine e impianti di fermentazione, così come non è essenziale acquistare antiche botti di rovere o castagno. Fare il vino in casa è un’operazione alla portata di tutti, che se svolta seguendo le regole ti permette di avere sempre una scorta del tuo vitigno preferito in cantina, in garage o nella dispensa. I costi di realizzazione sono davvero bassi, mentre i tempi beh, quelli possono prolungarsi a seconda del risultato che vorrai ottenere. Per un buon vino da pasto comunque, non è necessario aspettare molto più di un anno. Considera che in media, con 10 kg di uva potrai ottenere circa 7 litri di vino. Ognuno di noi quindi, armato di un po’ di conoscenze e di pazienza, può creare la propria bevanda a partire da un insieme di strumenti piuttosto economici e facili da acquistare, anche online. Di seguito abbiamo deciso di descriverli uno per uno, partendo come vogliono gli intenditori, dalla regina incontrastata di qualunque etichetta: l’uva.
Uva
La scelta dell’uva è un passaggio di cruciale importanza per la buona riuscita della produzione casalinga del vino. Naturalmente non possiamo dirti noi quale vitigno utilizzare, ma sarai tu in base ai tuoi gusti e a quelli dei tuoi cari a scegliere se produrre un rosso o un bianco. Il consiglio è quello di utilizzare sempre materia prima proveniente dal tuo territorio, così da azzerare l’inquinamento dovuto ai trasporti e privilegiare le prelibatezze a chilometro zero. Va da sé quindi che alcune regioni saranno più ricche di vitigni bianchi, mentre altre di uve rosse. L’importante, in entrambi i casi, è avere cura di selezionare una quantità di frutta compatibile con i fermentatori e con le pigiadiraspatrici, in modo da non sprecare neanche un acino. Prediligi sempre grappoli ben maturi e privali per quanto possibile di insetticidi e scorie.
Pigiadiraspatrice
Questo macchinario è utile per velocizzare le operazioni preliminari alla fermentazione. Come indicato dal nome stesso, ed è ideale per chi sceglie di produrre grandi quantità di vino, risultando la scelta preferenziale per chi sceglie di aprire una piccola azienda vinicola. Se invece hai scelto di fare il vino in casa limitandoti a quantità più esigue, sappi che dovrai rimuovere manualmente i raspi e procedere alla pigiatura con i piedi. Un’operazione forse un po’ scomoda ma estremamente divertente. L’obbiettivo naturalmente è uno solo: estrarre dagli acini il mosto che verserai nel fermentatore, la base del futuro vino.
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Fermentatore
Il terzo prodotto che dovrai procurarti è forse il più importante in assoluto, secondo solo all’uva. Stiamo parlando del fermentatore, ovvero del contenitore pensato per ospitare il mosto e per far avvenire quel miracolo che è a fermentazione alcolica ad opera di lieviti specificatamente selezionati. A prima vista, il fermentatore appare come un grosso secchio munito di coperchio, ma in realtà esso è molto di più. Proprio sul tappo si trova un particolare tubicino noto con il nome di gorgogliatore, realizzato con plastica trasparente. Esso ricorda vagamente un alambicco, dotato di una guarnizione e di un tappino. Il fermentatore è molto simile a quello usato per fare la birra in casa, e può essere sia in plastica che in acciaio. Il consiglio è di sceglierlo della grandezza giusta per ospitare tutto il mosto, e di trasferirvi all’interno il mosto in maniera piuttosto rapida. Ricorda poi che i vini rossi possono essere macerati con le bucce, mentre quelli bianchi no. Per i primi la temperatura ottimale di fermentazione è di circa 24-30°C, mentre per i secondi sono sufficienti 18-21°C.
Lieviti e attivanti
Acquistare lieviti secchi non è obbligatorio per fare il vino in casa, in quanto la buccia dell’uva ne è una naturale riserva. Nonostante ciò, è possibile aggiungerli al mosto qualora si voglia evitare la presenza di batteri nocivi. Oltre ai lieviti secchi, puoi anche inserire nel mosto degli attivanti per la fermentazione, i quali ne velocizzeranno il metabolismo.
Setacci e secchi
Questi piccoli attrezzi possono tornare utile qualora tu voglia controllare la fermentazione. Grazie a secchi in plastica sufficientemente grandi, potrai effettuare il cosiddetto rimontaggio, a meno che tu non abbia un coperchio con gorgogliatore.
Mostimetro
Grazie a questo piccolo attrezzo simile ad un termometro potrai effettuare la misurazione degli zuccheri finale, quella che ti aiuterà a capire se la fermentazione è terminata. Il mostimetro è particolarmente utile anche per indicare l’alcol potenziale è contenuto nel vino.
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Damigiane
Le damigiane da 5 o più litri sono il contenitore perfetto e necessario per effettuare un ulteriore passaggio nella creazione del vino fatto in casa, quello conosciuto come svinatura. Esso consiste nel travasare, a fermentazione terminata, il vino dal fermentatore alla damigiana, avendo cura nel frattempo di separare le vinacce dal liquido. Una volta inserito nelle damigiane, il vino viene lasciato a fermentare ancora per mesi, chiuso all’interno con tappi che possono essere di plastica o di sughero. Ogni mese, dovrai poi effettuare dei travasi utilizzando i setacci, così da poter buttare i residui che si sono accumulati sul fondo.
Bottiglie
Eccoci arrivati all’ultimo attrezzo per produrre il vino in casa. Ci riferiamo naturalmente all’imbottigliamento, il quale dovrà avvenire solo dopo aver scelto con cura le bottiglie da utilizzare. Una volta selezionata la tipologia di tuo gradimento, dovrai lavare accuratamente ciascuna bottiglia e procedere con il travaso di fine primavera. Per evitare fermentazioni successive all’imbottigliamento, il consiglio è quello di inserire dello zolfo, anche se ultimamente si tende ad evitare questo passaggio per ottenere prodotti più salutari e genuini. I vini senza solfiti sono effettivamente più digeribili e adatti anche a chi presenta intolleranze. Infine, sappi che le bottiglie prescelte dovranno essere munite di tappi, anche se su questo ultimo aspetto non tutti sembrano essere d’accordo sul materiale da preferire. Che tu scelga quelli in plastica o in sughero, sappi che potrai utilizzare un macchinario che ti faciliterà il lavoro, noto come tappatrice a doppia leva o a colonna.
Tappi di sughero o di plastica
Con il passare del tempo, la plastica sembra aver progressivamente sostituito il sughero come materiale di realizzazione dei tappi per il vino. Secondo gli esperti del settore però, questo materiale moderno non sarà mai all’altezza del tradizionale sughero, nonostante le aziende produttrici assicurano che anche la plastica possa far traspirare correttamente la materia prima. Scegli tu il grado di fedeltà alla tradizione, ma sappi che i tappi in plastica sono decisamente più economici.
Conclusioni
Se sei riuscito a trovare tutti gli attrezzi e l’uva, non ti rimane che cimentarti nei vari passaggi che vanno dalla pigiatura alla fermentazione, fino all’imbottigliamento. Se vuoi ottenere il massimo dalla tua uva, ricorda che dovrai tenere sotto controllo alcuni aspetti legati all’igiene dei locali e all’aerazione. Il vino buono è quello prodotto innanzitutto da uve lavate e asciutte, prive di rugiada e dagli acini integri. Inoltre, il processo di pigiatura deve sempre essere svolto in un’area pulita, possibilmente priva di odori o altre forme di disturbo come correnti d’aria, vibrazioni o esalazioni di qualunque tipo.